Il Salvatore di Anagni e i suoi sportelli dipinti sono stati presentati a Roma dopo un restauro durato tre anni.
L’antica icona dipinta torna al suo antico splendore.
L’antica icona dipinta torna al suo antico splendore.
Il Salvatore di Anagni e i suoi sportelli dipinti sono stati presentati a Roma dopo un restauro durato tre anni.
L’antica icona dipinta torna al suo antico splendore. 



Venerdì scorso, in una location veramente suggestiva, è stata presentata al pubblico l’icona del Salvatore di Anagni appena restaurata. La chiesa di Santa Maria in Cappella a Trastevere è stata teatro dell’evento organizzato dal Museo della Cattedrale di Anagni che ha avuto un importante riscontro di pubblico: hanno assistito alla conferenza docenti universitari provenienti da tutti e tre i principali atenei statali della Capitale, restauratori, cultori, nonché anagnini appassionati o devoti dell’antica e preziosa immagine di Anagni.
L’icona, realizzata alla fine del XIII secolo e che con molta probabilità in passato era conservata all’interno di un armadio che ne celava la vista per la maggior parte dell’anno, è affiancata da due sportelli dipinti appartenuti a quello stesso scrigno. Essi erano decorati all’esterno con le immagini dei principali santi anagnini, san Magno di Trani e santa Secondina, mentre all’interno con le effigi della Vergine e di sant’Andrea. Questi ultimi due santi erano visibili solo quando l’armadio veniva aperto in occasione della Festa dell’Assunzione della Vergine, quando l’icona lasciava processionalmente la chiesa di Sant’Andrea alla volta della Cattedrale di Santa Maria Annunziata.
Il restauro, finanziato in un primo momento dalla CEI con il contributo dell’8×1000, è andato avanti grazie all’O.M.R. della Regione Lazio e alla generosità di BancAnagni, che ha seguito con attenzione i lavori fino alla loro conclusione.
L’evento si è aperto con la proiezione del documentario che il regista Vanni Gandolfo ha realizzato seguendo in questi anni il lavoro meticoloso che l’equipe del restauratore professor Antonio Iaccarino della Equilibrarte s.r.l. ha messo in campo. Un intervento certosino, soprattutto volto a recuperare gli antichi e brillanti colori che caratterizzavano l’opera, ormai ricoperti da decine di strati sovrapposti di sporco e di grossolani tentativi di restauro avvenuti nel corso dei secoli.
Dopo i saluti del padrone di casa a Santa Francesca Romana noché direttore del MuCA, Massimiliano Floridi, si sono susseguiti al microfono gli interventi di don Marcello Coretti, prevosto del Capitolo, della dottoressa Federica Romiti, direttrice dell’ufficio diocesano per i beni culturali e l’edilizia di culto che ha portato i saluti di S.E. Monsignor Lorenzo Loppa, di Augusto Frattale, vice-presidente di BancAnagni, e dell’architetto Maria Grazia Filetici, soprintendente SABAP per le province di Frosinone e Latina.
A seguire gli interventi del dottor Lorenzo Riccardi, funzionario storico dell’arte SABAP per le province di Frosinone e Latina, del professor Lorenzo Proscio, filologo, e della dottoressa Claudia Coladarci, curatrice del MuCA, hanno inquadrato l’opera nel proprio contesto storico e storico-artistico, lasciando infine la parola al professor Iaccarino che ha spiegato il difficile lavoro di restauro che è stato eseguito e le interessantissime scoperte che questo ha portato alla luce.
L’opera rimarrà in mostra nel Museo di Santa Maria in Cappella ancora per qualche settimana, per fare ritorno subito dopo e in maniera definitiva ad Anagni, per essere ammirata da tutti nel suo antico splendore all’interno degli ambienti del MuCA.
La data del rientro non è ancora stata indicata, ma è possibile seguire gli aggiornamenti tramite il sito internet e le pagine social del Museo della Cattedrale di Anagni.