PIGLIO: Solennità dell’anniversario della dedicazione della Chiesa e dell’altare di Santa Maria Assunta, avvenuta nel 1586.
Il documento originale più antico, conservato nell’archivio parrocchiale e consistente in una piccola pergamena, attesta che il 24 Settembre 1586 la chiesa e l’altare della Collegiata Santa Maria Assunta furono consacrati per mano del vescovo Gaspare Viviani.
Questo altare (come da foto n° 1) è stato poi demolito in quanto la Collegiata nel Febbraio 2000 è stata interessata da imponenti lavori di ristrutturazione interna con un contributo straordinario delle famiglie di Piglio.
Sono stati abbattuti gli altari laterali siti nelle due navate; è stata realizzata una nuova pavimentazione in marmo e la nuova installazione degli impianti elettrico e di riscaldamento a pavimento; la messa in opera di un nuovo altare in pietra, (come da foto 2); l’installazione di un nuovo fonte battesimale e la sistemazione della sagrestia con nuovi mobili al posto di quelli esistenti del ‘600; è stata rimossa e custodita nel locale ripostiglio della chiesa la tela che risale nel tardo 600 dedicata alla Madonna del Rosario, mentre la tela dedicata alla Madonna di Loreto è stata restaurata nel 2007 da Francesca Mari di origine pigliese.
Un pò di storia:
La Collegiata di Piglio, dedicata all’Assunzione della Madre di Dio, sorge nel cuore del centro storico.
La prima menzione esplicita di una chiesa dedicata in Piglio a “Santa Maria”, così come viene ancora oggi chiamata popolarmente, risale agli anni 1298-1301, ed è costituita da una ricevuta di pagamento delle decime: “dieXXV martii,item a Rogerio de Pileo, solvente pro ecclesia S. Mariae et Scti Johannis de Pileo, II flor. Aur”.
Ne consegue che il primitivo assetto architettonico doveva rispecchiare i moduli tardo-romanico con sparse influenze gotiche tipici del “modu edificandi” che aveva preso piede a Piglio, e che trova degli esempi ragguardevoli nel Castello Inferiore, in particolare nei locali a livello stradale tratto Arco della Fontana-Via Maggiore.
L’assetto attuale dell’edificio sacro, pur avendo subito nel corso dei secoli delle forti trasformazioni, conserva ancora la pianta originale, tripartita in una navata centrale absidata e due navate laterali.
Esternamente alla navata destra (direzione Est) è ancora possibile ammirare una porta o finestra murata a sesto acuto, unica vestigia visibile del primitivo impianto.
Di recente è stata formulata l’ipotesi che l’edificio originario si trovasse sotto l’attuale livello di pavimento, e questa ipotesi trova una sua giustificazione nel fatto che l’altezza del livello delle fondamenta al pavimento è uguale all’altezza che intercorre tra il pavimento e la volta.
Urgerebbe un serio lavoro di restauro che possa permettere il recupero delle forme antiche tanto dei pilastri che dell’affresco dell’abside, come sarebbe auspicabile la realizzazione di una cripta nei sotterranei della chiesa.
A quell’epoca risale infatti la decorazione del vano absidale, ora perduta, da attribuire alla mano del pittore Muzio Ceccaronius.
Con tutta la probabilità, dato che l’abside non è stata toccata dal bombardamento dell’8 Aprile 1944, buona parte degli affreschi si dovrebbero trovare ancora in situ.
Da una serie di documenti rinvenuti nell’archivio parrocchiale da don Marcello Coretti, parroco a Piglio dal 2000 al 2009, si evince che nel 1724 gli altari laterali erano dedicati a San Carlo Borromeo ed al Beato Andrea Conti.
Allo stesso modo, in fondo alla navata sinistra, c’era un altare con statua di San Giuseppe, ugualmente moderna; sempre nella navata sinistra dopo l’altare di Sant’Antonio di Padova, ne troviamo uno dedicato a San Giovanni Bosco, ma fino al 1962 era dedicato a Santo Stefano, primo martire della chiesa.
In una richiesta di denaro per cattedratico del 20 Luglio 1825 viene citata la Cappellania di San Michele Arcangelo, di S. Antonio di Padova e della Madonna SS.ma di Loreto e di S. Sebastiano.
Sulla relazione per la visita pastorale del 1828 compilata dal Preposto Vincenzo Bonacci, che allora aveva l’età di 30 anni, leggiamo:
“La detta chiesa abbisogna di essere imbiancata, essendo diventata nera: ed affinché in avvenire per le case contigue non sia soggetta tanto al fumo, ed anche per far godere il religioso silenzio a chi vi è dentro per esservi vicina la piazza: è necessario che nella porta di mezzo si faccia la Bussola. “Questa è di estrema necessità”.
Dalla stessa relazione veniamo a sapere che la chiesa di Santa Maria aveva nove altari:
l’altare Maggiore, del Santissimo Sacramento, del SS. Rosario, di Loreto, di San Michele, di S. Antonimo di Padova, di S. Stefano, della SS.ma Concezione, della Madonna SS.ma del Rifugio. Inoltre vi leggiamo: “La chiesa ha coro con sedie fisse lavorate nell’anno 1821”.
Le sepolture furono interdette dopo il contagio del 1656:
“I morti grandi si tumulano nelle chiese di San Rocco, di San Lorenzo, di San Giovanni Battista.
I fanciulli si seppelliscono all’Oratorio, e quelli che muoiono senza battesimo si seppelliscono o vicino al Cimitero, o alla diruta chiesa di San Rocco”.
Vi si legge ancora che nell’epoca “La Parrocchia è composta di 423 famiglie, e 2000 anime, milleseicento delle quali sono di Comunione e l’altra de fanciulli”.
Il 13 Gennaio del 1915 alle ore 7,30 la Collegiata venne seriamente lesionata dal terremoto che rase al suolo la città di Avezzano.
Nel 1934 iniziarono imponenti lavori di restauro della chiesa condotti dall’impresa Filippo Pacetti di Albano Laziale, sotto l’egida di Mons. Attilio Adinolfi vescovo della diocesi di Anagni.
I lavori terminarono con la riapertura della chiesa avvenuta il 22/12/1938.
L’8 Aprile 1944 durante le funzioni del Sabato Santo sul cielo di Piglio uno stormo di aerei nel corso della loro incursione causarono morti e feriti nel centro di Piglio.
Anche la Collegiata rimase fortemente danneggiata insieme all’organo a mantice, con le sue canne d’argento, fabbricato dai fratelli Catarinozzi.
Nel 1957, Vigilia di San Giuseppe, nel rifacimento della torre campanaria ci fu un violento scontro campanario!
Il batacchio del campanone (Salvatore) si scontrò fortemente con la campana mezzana provocandone una grave lesione.
Successivamente la campana mezzana venne sostituita con un’altra nuova.
Il 14 Dicembre 1982 un fulmine si abbatté sulla Collegiata.
La folgore fece cadere massi dal tetto e ruppe tutti i vetri.
Con l’aiuto materiale e morale dei pigliesi vennero sostituite tutte le porte di accesso al sacro edificio comprese le vecchie finestre della navata centrale.
Nel 2004 la Collegiata è stata interessata dai lavori di consolidamento del tetto e al restauro della facciata finanziati dal Comune di Piglio che è proprietario del sacro edificio insieme a tutte le altre chiese disseminate nel territorio di Piglio date in comodato d’uso alla diocesi Anagni-Alatri.
Giorgio Alessandro Pacetti