
Questa storica chiesetta, salita alla ribalta 39 anni fa (1984, è l’unica chiesa nella Regione a possedere due affreschi di Madonne uno del ‘300 e l’altro del ‘500.
Purtroppo l’ultimo affresco rischia di veder rovinata la sua fragile struttura se non si interviene immediatamente con una urgente opera di restauro, come è stato fatto per l’affresco trecentesco sotto la direzione del dott. Franco Rossi della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Monumentali del Lazio nel 1991.
Per la storia, la chiesa di San Rocco aveva ottenuto dal Ministero dei Beni Culturali la modica cifra di 600 milioni di vecchie lire utili al globale recupero del sacro edificio.
Di questa somma, solo una parte è stata utilizzata per il consolidamento delle pareti esterne e per il restauro del tetto sotto la direzione dell’arch. Seno e dell’Ing. Formosa.
Della restante somma, che era destinata al rifacimento interno della chiesa, non si è saputo più nulla.
Auspichiamo che il Ministero dei Beni Culturali, la Regione Lazio riesumando la pratica di San Rocco di Piglio possano verificare quanto è successo tutto a danno di una chiesa che sta giorno dopo giorno perdendo i tesori artistici, che deperiscono sempre più per la forte umidità proveniente dal tetto e dal fosso a cielo aperto confinante.
Piovono contributi regionali per le sagre goderecce di un sol giorno e per i divertimenti di piazza e, purtroppo, non ci sono i fondi necessari per la salvaguardia del patrimonio artistico-culturale del nostro Paese.
Per l’arte, come al solito, bisogna stringere la cinta dice amareggiato Giorgio Alessandro Pacetti scopritore degli affreschi!
Nelle foto: la prima Pacetti mostra una pagina del libro sugli affreschi di San Rocco
l’altra Pacetti con mons. Lorenzo Loppa